Casal di Principe, promettevano posti di lavoro in cambio di voti. Sequestrati beni per un valore di 12 milioni di euro. Intreccio tra politica e camorra

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Casal di Principe, promettevano posti di lavoro in cambio di voti. Sequestrati beni per un valore di 12 milioni di euro. Intreccio tra politica e camorra

comune casal di principeCasal di Principe (CE) – Beni sequestrati all’ex capo dell’ufficio tecnico del comune di Casal di Principe, l’ingnerere Nicola Di Caterino. La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli sta completando l’esecuzione di un Provvedimento di sequestro beni e consistenze economiche, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta del Procuratore della Repubblica di Napoli e del Direttore della D.I.A. L’attività investigativa è inserita in un contesto più ampio che ha come obiettivo quello di scardinare patrimoni illecitamente costituiti da parte di persone appartenenti ad organizzazioni camorristiche. Tale provvedimento nasce da precedenti indagini volte dalla DIA con il coordinamento della DDA  conclusasi con l’esecuzione di un’ordinanza cautelare a carico di 57 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo camorristico, estorsione, turbativa delle operazioni di voto mediante corruzione e/o concussioni elettorali, truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, riciclaggio, reimpiego di capitali di illecita provenienza ed altro, reati tutti aggravati dalla finalità di aver agevolato il clan “dei casalesi”.  Tale attività aveva svelato gli intrecci tra il ceto politico di Casal di Principe e l’ala militare e imprenditoriale dal clan “dei casalesì”, fazione Schiavone e Bidognetti.  L’ingegnere  Nicola Di Caterino nell’ambito della dell’indagine, era emerso quale concorrente esterno all’organizzazione camorrista perché, in qualità di imprenditore e faccendiere, aveva fornito un contributo stabile nel settore dell’acquisizione e gestione degli appalti, nonché nelle forniture e, più in generale, nelle attività di reinvestimento del sodalizio. Difatti Di Caterino, amministratore di fatto della V.I.A.N. s.r.l.,  risulta essere coinvolto sia nelle vicende che ruotano intorno alla realizzazione del centro commerciale “Il Principe”di  Madonna di Briano frazione del comune di Casal di Principe ad opera della società di cui lui stesso è amministratore; sia circa le consultazioni elettorali per il rinnovo del consiglio comunale del 27 e 28 maggio 2007.  L’indagine aveva oltresì svelato come l’operazione relativa alla costruzione del mega centro commerciale aveva goduto del favore di esponenti politici di rilievo locale e nazionale – proprio grazie all’ingegnere Di Caterino – che per la realizzazione del centro commerciale avevano previsto un investimento pari a circa 43 milioni di euro a carico degli imprenditori coinvolti dell’operazione. Secondo quanto emerso dagli accertamenti svolti, l’ingegnere grazie alle sue amicizie ed alla parentela con il sindaco di Casal di Principe, Cipriano Cristiano, aveva stabilito un valido contatto con politici di livello nazionale ed aveva dimostrato, in qualità di titolare di fatto dell’intero progetto, che gli interessi diretti nella realizzazione dell’opera erano riconducibili al clan “dei casalesi”.Il collegamento con i clan si ha nel maggio del 2007, quando a seguito delle elezioni comunali, i cognati di Di Caterino, Cipriano Cristiano e Luigi Corvino, furono eletti rispettivamente sindaco e consigliere comunale al comune di Casal di Principe, riportando un’ampia affermazione elettorale alla quale significativamente aveva contribuito la leva rappresentata dalla promessa di posti di lavoro, apparsa tanto più credibile alla pubblica opinione dal fittizio avvio del cantiere, reso possibile dall’impiego di fondi concessi ad imprenditori vessati da esponenti della criminalità locale a tassi usurari. Il gruppo politico – criminale millantava ben 476 posti di lavoro all’interno del centro commerciale , senza considerare che gran parte delle opere edificatorie sarebbero state cedute in sub appalto ad imprenditori locali così come tutte le ulteriori attività di servizio come trasporti, manutenzione e guardiania. I beni sequestrati sono le aziende VIAN S.r.l., con sede legale in Roma, Via Laurentina, n. 185 ed amministrativa in Casal di Principe, Via Vaticale, n. 99; CAS:RIB S.r.l., con sede legale in Caserta, Via Patturelli, n. 40 ed amministrativa in Casal di Principe, Via Vaticale, n.99; un immobile sito a Castelvoturno (CE), Parco delle Rose; 3 auto e 6 rapporti finanziari. Il valore stimato dei beni sequestrati è di circa 12 milioni di euro

Giovanna Scarano

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