Grumo Nevano, voci di ricatto al sindaco dopo la sfiducia. Chiacchio, Faccenda, Conte e Landolfo: “Nessun ricatto, Di Bernardo appartiene al passato”

Grumo Nevano, voci di ricatto al sindaco dopo la sfiducia. Chiacchio, Faccenda, Conte e Landolfo: “Nessun ricatto, Di Bernardo appartiene al passato”

Grumo Nevano (Na) – La mozione di sfiducia di quattro consiglieri della maggioranza, unitamente ai sei dell’opposizione, è stata una vera bomba per la città. A poche ora dalla missiva sono state fatte circolare ad arte, voci in merito alle presunte reali motivazioni che ci sarebbero dietro quest’atto politico. Dietro la sfiducia ci sarebbe un tentativo di ricatto al sindaco Di Bernardo nonché una ben determinata strategia in tema di lavori pubblici ed urbanistica. I consiglieri di maggioranza però non ci stanno e rigettano le accuse con una dichiarazione forte che non lascia spazio a fraintendimenti o ripensamenti. “I motivi che ci hanno indotto a protocollare la richiesta di convocazione del consiglio comunale con all’oggetto la mozione di sfiducia al sindaco, – dichiarano – oltre ad essere dettagliatamente illustrati nel documento allegato, saranno ulteriormente posti all’attenzione della città nel confronto pubblico in sede di consiglio comunale. Ed è questo l’unico motivo che ci ha indotto, insieme ai colleghi della minoranza, a preferire che la fine dell’amministrazione giungesse all’esito di un dibattito pubblico piuttosto che un in una fredda stanza di un notaio. Del resto – continuano – i motivi che abbiamo posto a fondamento della nostra decisione, ampiamente illustrati nel documento politico allegato alla richiesta di convocazione del consiglio comunale, sono fermi perentori ed irreversibili nel determinare un atto di sfiducia che è senza ritorno e senza ripensamenti nei confronti del sindaco Di Bernardo. Dunque riteniamo sia opportuno precisare, e soprattutto riscontrare alcune interpretazioni che abbiamo letto da parte di organi di stampa locali rispetto alla volontà di porre sotto ricatto il sindaco. Ebbene la perentorietà del nostro documento contrasta in maniera netta con questa interpretazione. Non ci può essere – concludono – volontà di ricatto in chi è già convinto che Di Bernardo appartiene al passato, tanta è la delusione per le continue scorrettezze politiche di cui siamo stati oggetto. Sarebbe stato comodo andare dal notaio ma abbiamo preferito affrontare il dibattito pubblico in Consiglio Comunale, non avendo nulla da temere. Piuttosto sono altri a dover dare risposte alla cit“.

Anche l’opposizione chiarisce i motivi della scelta: “La crisi politica era palpabile sin dalla prima riunione del Consiglio comunale. – dichiara Angelo Campanile consigliere d’opposizione – La posizione dei consiglieri comunali di maggioranza che, così stando le cose, non hanno più fiducia nelle capacità amministrative del Sindaco, mi sembrano legittime e ben motivate. È un momento difficile per la nostra città che è chiamata a rendersi conto dell’ennesimo fallimento di un Sindaco eletto, con l’ulteriore aggravante, a carico di Di Bernardo, che la crisi è deflagrata ad appena tre mesi dall’insediamento”.

Le scelte assunte negli ultimi tempi dal sindaco (e oggi ne abbiamo la conferma) non erano concordate con l’intera maggioranza che l’ha sostenuto nella campagna elettorale portandolo alla vittoria – dichiara il gruppo dei Cinque Stelle – Ciò evidenzia una scarsa capacità di sintesi e di confronto e l’impossibilità di rimarginare una frattura profonda che compromette il buon e stabile governo della città

Giovanna Scarano