Operazione Olimpo 3: chiesto l’arresto di Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo. L’inchiesta sull’ex Cirio

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Operazione Olimpo 3: chiesto l’arresto di Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo. L’inchiesta sull’ex Cirio

Napoli – Terremoto politico in Forza Italia. Il G.I.P. del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha emesso due ordinanze cautelari degli arresti domiciliari nei confronti del Senatore Luigi Cesaro e dell’Onorevole Antonio Pentangelo ex presidenti della Provincia di Napoli coinvolti nell’inchiesta del vecchio stabilimento Cirio di Castellamare di Stabia. Nella notte sono scattati gli arresti domiciliari effettuati dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza, anche nei confronti di imprenditori, funzionari pubblici e liberi professionisti. I destinatari delle misure cautelari sono: Greco Adolfo, Elefante Antonio, Biondi Maurizio, Campitiello Vincenzo, Ciofalo Marcelo e Colavecchia Vincenzo. Misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria invece per la moglie di Greco Rega Angelina Annita.

L’esecuzione dell’ordinanza cautelare per Cesaro e Pentangelo ai sensi dell’art. 4 Legge 140/2003, è stata sospesa dal GIP, in quanto Parlamentari della Repubblica, con richiesta da parte dello stesso dell’autorizzazione a procedere della Camera di appartenenza. E’ stato altresì notificato il decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP con riferimento alle somme di denaro e di altri beni, costituenti il prezzo dei reati di corruzione. I reati per i quali si procede sono quelli di corruzione propria, falso ideologico in atto pubblico, rivelazione di segreto di ufficio.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata e condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, dal Commissariato P.S. di Castellammare di Stabia e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, hanno consentito di accertare un ramificato sistema di corruzione di esponenti politici, regionali e nazionali, e di pubblici ufficiali posto in essere da Adolfo Greco, imprenditore stabiese, già destinatario il 5.12.2018 di una ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati di estorsione aggravata ex art. 7 L 203/1991 e il 15 gennaio 2019 di una ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere per concorso esterno in associazione di stampo mafioso (clan dei casalesi, gruppo Zagaria).

Le attività investigative, svolte anche attraverso operazioni di intercettazione telefonica ed ambientale, installazione di impianti di videoripresa, attività di osservazione, pedinamento e controllo ed acquisizioni documentali, hanno permesso di accertare la pianificazione e la commissione, ad opera di Greco Adolfo, di una pluralità di reati di corruzione in relazione al progetto di riconversione del complesso industriale dismesso ex CIRIO sito in Castellamare di Stabia via Napoli Traversa Mele. Greco, titolare, unitamente a Polese Tobia (proprietario dell’hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate), della Polgre Europa 2000 srl (società proprietaria dell ‘ex area industriale Cirio), dopo aver presentato al Comune di Castellamare di Stabia, sulla base di una relazione tecnica stilata dall’ingegnere Elefante Antonio (direttore tecnico della società di ingegneria SAEC srl), un progetto di recupero e riqualificazione dell’area suddetta ai sensi dell’art. 7 comma V della legge regionale n. 19/2009 (cd piano casa), a seguito del decorso dei termini per l’esame della richiesta, aveva attivato la procedura prevista dall’art. 4 della legge regionale 19/2001 per la nomina di un commissario ad acta che, in sostituzione dell’ente rimasto inerte, avrebbe dovuto provvedere all’istruttoria e all’adozione del provvedimento conclusivo in merito alla richiesta di rilascio del permesso a costruire. Le indagini hanno consentito di acclarare che Greco, con la complicità di Polese e di Passarelli Giuseppe, amministratore unico della Passarelli spa, società che avrebbe dovuto realizzare i lavori, aveva in prima battuta tentato di ottenere la modifica della legge regionale 35/87 (PUT della costiera sorrentina-amalfitana) – ostativa alla realizzazione dell’intervento – accordandosi con il consigliere regionale Mario Casillo, capo gruppo del PD, affinché intervenisse sugli esponenti di tale partito politico per il ritiro dei numerosi emendamenti proposti nel corso dell’iter modificativo della legge. In cambio di tale condotta, il Casillo, con la mediazione di Iovino Gennaro, esponente politico stabiese del PD, chiedeva, in relazione a tale progetto di riconversione, l’affidamento dei lavori di impiantistica elettrica ad una ditta dallo stesso indicata.

A seguito del fallimento di tale iniziale strategia, i medesimi soggetti, d’intesa con il tecnico di fiducia, ingegnere Antonio Elefante, mutavano referente politico e intervenivano sull’assetto normativo vincolistico vigente nella area ex Cirio, ottenendo la modifica della legge Regionale n. 19/2009 ad opera del collegato alla legge di stabilità finanziaria del 2014 ( l.r 16/2014), che prevede espressamente l’applicabilità delle norme premiali del cd piano casa ai territori sottoposti ai vincoli di inedificabilità relativa, di natura paesaggistica, imposti dal PUT. Sulla scorta di tali modifiche normative, Greco Adolfo, in considerazione delle resistenze manifestate dai funzioni dell’UTC del Comune di Castellammare di Stabia, otteneva da Antonio Pentangelo, quale Vice Presidente della Provincia di Napoli, la nomina di un commissario ad acta, nella persona dell ‘architetto Maurizio Biondi, per il rilascio del permesso a costruire. Le indagini hanno consentito di accertare che il commissario Biondi era legato da uno stretto rapporto personale e professionale a Luigi Cesaro e al figlio di questi, con cui il Biondi condivideva lo studio professionale.

Quale corrispettivo di tale nomina pilotata, Greco Adolfo e Polese Tobia corrispondevano: a Pentangelo Antonio un orologio marca Rolex di ingente valore economico ed a Cesaro Luigi la somma in contanti di euro 10.000. Greco inoltre interveniva sull’imprenditore Imperati Giuseppe affinchè questi concedesse in locazione al partito Forza Italia l’immobile sito in Napoli, piazza Bovio no 8 , da adibire a sede del partito, per un canone pari a 3000 euro in luogo della originaria richiesta di euro 5000 euro, e forniva altresì sostegno per la campagna elettorale regionale del 2015 di Armando Cesaro figlio di Luigi Cesaro. Al fine di ottenere il rilascio del permesso a costruire, Greco, per il tramite dell’ing. Antonio Elefante, elargiva inoltre al commissario ad acta Maurizio Biondi la somma complessiva di euro 12.000,00 a fronte della quale otteneva l’ adozione della determina commissariale di accoglimento del 13.04.2016. Dalle conversazioni intercettate emergeva che la somma consegnata da Greco all’ing. Elefante, destinata a Biondi Maurizio, ammontava complessivamente a 20.000,00 euro, e che Elefante rimetteva al Biondi “solo” 12,000 euro, trattenendo per sé la differenza.

Le indagini hanno consentito di accertare altresì che il Greco si era reso autore di altre attività corruttive nei confronti di tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate, Colavecchia Vincenzo e Ciofalo Marcello, incaricati di seguire la verifica fiscale per l’anno 2012 presso la sua azienda (C.I.L.srl) , nonché di Campitiello Vincenzo, estraneo al settore verifiche in quanto incardinato presso l’ufficio legale della medesima Direzione provinciale, ma legato da pregressi rapporti personali con l’imprenditore Greco, al quale preannunciava la notizia della imminente verifica fiscale e che si adoperava per coordinare l’operato dei funzionari addetti alla suddetta verifica, risultata “infedele” in quanto non corrispondente alle evidenze contabili.

Quale corrispettivo di tale verifica infedele i suddetti pubblici funzionari ricevevano da Greco Adolfo e Rega Angelina, che materialmente approntava la provvista, la somma in contanti di euro 30000,00 rinvenuta, all’interno di una borsa “24 ore” del Campitiello e materialmente consegnata dal Greco Adolfo all’interno degli uffici della sua società. Al Campitiello sono contestati anche reati di falso ideologico in atto pubblico, avendo attestato falsamente la sua presenza dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale della Campania, con sede di Napoli, nei giorni e nelle ore in cui in realtà si trovava presso la sede della CIL in Castellammare di Stabia. Le condotte ascritte a Casillo Mario, Iovino Gennaro e Passarelli Giuseppe, inerenti alla modifica della legge regionale n. 35/87 (PUT), sebbene ritenute sussistenti dal GIP, sono state qualificate quale reato di traffico di influenze illecite ex art. 346 bis c.p., fattispecie per la quale (come prevista all’epoca dei fatti) non è consentita l’emissione di misure cautelari.

Redazione