Frattaminore, guerra tra clan. Quattro bombe in poche ore. Sit-in del Comitato di Liberazione dalla camorra. Video

Frattaminore, guerra tra clan. Quattro bombe in poche ore. Sit-in del Comitato di Liberazione dalla camorra. Video

Frattaminore (Na) – Quattro bombe in pochi giorni ed ancora prima, una pioggia di proiettili contro un auto. E’ il bilancio, per il momento, di una guerra tra le consorterie criminali dei Cristiano – Manfregolo. Pasquale Cristiano, detto “Picstik” attualmente detenuto, era ritenuto dagli inquirenti il boss della 167 di Arzano, fino a quando la scarcerazione di Giuseppe Manfregolo non ha destabilizzato gli equilibri.

Difatti il gruppo che fa capo a Manfregolo sarebbe in forte contrasto con quello dei Cristiano, a tal punto da scalzarlo dalla 167 di Arzano fino a prendere il suo posto. Difatti segno di una prima guerra interna sarebbe l’omicidio avvenuto lo scorso 24 novembre, in cui a seguito della sparatoria nel Roxy Bar di Arzano perse la vita Salvatore Petrillo, 29 anni, pregiudicato e sorvegliato speciale, nipote di Pasquale Cristiano. Il gruppo dei Cristiano, spodestato da Arzano starebbe cercando pertanto collocazione a Frattaminore, paese di origine di Pasquale Cristiano e dove a tenere le redini ci sarebbe il cognato. Ed è proprio nel paese a nord di Napoli, che la guerra tra Manfregolo (pare supportato dallo storico clan locale dei Pezzella ) e Cristiano sembrerebbe essersi spostata.

Giorni di terrore, che hanno smosso non poco le coscienze di chi da anni combatte in prima fila la camorra. Così il Comitato di Liberazione dalla camorra – area nord di Napoli, ha organizzato un sit-in che si è tenuto questo pomeriggio in piazza San Maurizio. Un evento, a cui hanno preso parte i sindaci dell’area a nord di Napoli ( Frattaminore, Frattamaggiore, Arzano, Casavatore, Caivano, Afragola, Casandrino, Casoria, Melito), il senatore Sandro Ruotolo, il vescovo di Aversa S. E. Mons. Angelo Spinillo, e Don Maurizio Patriciello, che ha sottolineato la forte assenza dei cittadini di Frattaminore. Un’assenza che non è passata inosservata e che così come dichiarato da Don Maurizio ” è dettata dalla paura ma anche dal non interessamento“. Risposte immediate, nonostante i tempi della magistratura, questo ha chiesto il senatore Ruotolo “Abbiamo bisogno di vedere le divise” l’impegno dello Stato come risposta alle armi della camorra. Il clima di terrore si percepisce in ogni angolo delle strade, i cittadini temono di poter essere vittime per sbaglio di una resa dei conti. E’ necessario che lo Stato, la magistratura, intervengano subito, oggi e non domani!

Giovanna Scarano

Le parole di Sandro Ruotolo e del Vescovo

…di Don Maurizio Patriciello

…e quelle dei sindaci