Napoli, promettevano “il posto fisso” nelle forze armate in cambio di denaro. Tra gli indagati anche pubblici ufficiali

Napoli, promettevano “il posto fisso” nelle forze armate in cambio di denaro. Tra gli indagati anche pubblici ufficiali

Napoli – Stamane è stata eseguita un’ordinanza applicativa di misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli nei confronti di 14 persone, ritenute gravemente indiziate di delitti di corruzione individuati nell’ambito di complesse indagini delegate al Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria.

Le indagini hanno consentito di portare alla luce una serie di episodi verificatisi tra la fine del 2020 e la prima metà del 2021, da due agenti della Polizia Penitenziaria, E. S. e M.R. – quest’ultimo già in stato di custodia cautelare in carcere, dallo scorso luglio, per vicende analoghe per le quali è già stata esercitata l’azione penale – i quali promettevano o effettivamente procuravano a partecipanti ai concorsi per il reclutamento in Corpi delle Forze Armate (Carabinieri, Esercito e Aeronautica Militare) e nella Polizia Penitenziaria, il superamento delle prove psico-attitudinali, a fronte della corresponsione di somme di danaro. Nel corso della prima fase dell’attività investigativa ,i due agenti penitenziari furono sorpresi in flagranza dagli uomini del NIC della polizia penitenziaria, all’interno degli uffici dell’organizzazione sindacale, nell’atto di ricevere la somma di 8.000 euro.

Nel corso dell’attività investigativa, gli elementi indiziari acquisiti hanno portato alla luce una estesa ramificazione dei contatti corruttivi. Difatti, oltre ai due agenti già finiti nelle maglie della giustizia, col provvedimento di oggi altri pubblici ufficiali sono i destinatari di altrettanti provvedimenti cautelari. Si tratta di A.A. assistente capo Polizia Penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, F. G. agente di polizia municipale presso il Comune di Caivano e G.S. caporal maggiore dell’Esercito in servizio presso la caserma di Maddaloni. Tutti sono stati individuati come intermediari dei rapporti corruttivi finalizzati all’indebito superamento delle prove concorsuali, e per tutti è stata richiesta la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Giovanna Scarano