Napoli, pirateria audiovisiva. Frode allo Stato per 252 milioni di euro. Indagati anche dirigenti della società Verbatim Italia S.p.a.

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Napoli, pirateria audiovisiva.  Frode allo Stato per 252 milioni di euro. Indagati anche dirigenti della società Verbatim Italia S.p.a.

guardia di finanzaNapoli – Nella corso della mattinata, i militari del comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, ad epilogo di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 16 indagati, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli, e contestualmente un decreto di sequestro per equivalente d’urgenza emesso dal Pubblico Ministero.  Nel dettaglio, i finanzieri hanno effettuato in varie regione d’Italia, tra cui Lombardia, Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, numerose perquisizioni, ed hanno dato esecuzione a 16 ordinanze di custodia cautelare di cui due in carcere e 14 agli arresti domiciliari, nonché al sequestro di 164 conti correnti, 46 obbligazioni finanziarie, 34 titoli al portatore, 8 cassette di sicurezza, 38 fondi di investimento, 56 auto e moto di lusso, uno yacht di 15 metri e 71 prestigiose proprietà immobiliari e ferriere fino alla concorrenza del valore di 252 milioni di euro, quale equivalente dell’imposta evasa.  L’imponente attività, coordinata dalla D.D.A. di Napoli, ha inferto un duro colpo ad un’associazione per delinquere, aggravata dal carattere della transnazionalità del delitto, che avvalendosi di una vasta rete di intermediari costituita anche da persone giuridiche con sedi strategicamente dislocate sia in paesi a fiscalità privilegiata che in altri paesi dell’UE, poneva in essere una serie di triangolazioni finanziarie fittizie secondo il noto schema delle cosiddette “frodi carosello”, evadendo le imposte dirette ed indirette  come IRES e IVA, truffando lo Stato per milioni di euro.  Le indagini, avviate dagli uomini delle fiamme gialle di Fiumicino, partono da una pregressa e collegata attività di indagine su clan camorristici partenopei che avevano acquisito il controllo della pirateria audiovisiva su gran parte del territorio nazionale, e si sono articolate in varie fasi, avvalendosi sia di intercettazioni telefoniche ed ambientali che della collaborazione fornita dal Servizio Antipirateria della SIAE, per ricostruire minuziosamente i canali di approvvigionamento del materiale informatico. Le prime fasi delle investigazioni avevano condotto, infatti, ad accertare le organizzazioni camorristiche partenopee, ed, in particolare, il clan Mazzarella, controllassero il mercato della contraffazione audiovisiva. I successivi sviluppi sono stati orientati sulla verifica delle fonti di approvvigionamento delle materie prime ( cd e dvd, cd vergini, utilizzati per le illecite masterizzazioni). Si è proceduto, quindi, ad individuare i soggetti campani responsabili delle forniture e successivamente a risalire ai fornitori all’ingrosso del materiale.  In tale contesto, sono stati sequestrati nel corso delle indagini oltre 23 milioni di cd/dvd “vergini” ed oltre 500.000 euro in contanti utilizzati per il pagamento, ovviamente in nero, del materiale sequestrato. Le indagini hanno consentito così di ricostruire l’intera filiera della distribuzione ed il meccanismo illecito utilizzato. L’articolato sistema criminale consentiva, mediante l’emissione di fatture false da parte di società cartiere, di alimentare il mercato italiano in totale evasione delle imposte e dei diritti d’autore dovuti. La merce in apparenza esportata al di fuori del territorio nazionale, tramite vendite estero su estero, veniva di fatto distribuita in Italia, scortata da documenti di trasporto “taroccati”.  Inoltre, grazie all’omesso pagamento dei diritti d’autore dovuti alla SIAE (26 centesimi di euro per ogni cd e 50 centesimi di euro per ogni dvd), sia le aziende campane fornitrici delle organizzazioni camorristiche locali, che quelle operanti nella grande distribuzione, riuscivano ad ottenere la merce a prezzi talmente bassi da sbaragliare letteralmente la concorrenza del settore. Tra IRES, IVA e diritti d’autore non versati, il profitto dei reati è stato quantificato in oltre 250 milioni di euro. Tra i 16 soggetti destinatari di misure restrittive personali vi sono i dirigenti nazionali della VERBATIM ITALIA s.p.a. (società leader nel settore dei supporti informatici e delle memorie di massa), due noti imprenditori toscani, oltre a diversi commercialisti e consulenti tributari.

Francesca Del Prete

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