Sant’Antimo, indagini sul clan Puca. Arrestati cinque carabinieri e altri tre sospesi. Ai domiciliari l’ex presidente del consiglio comunale. Leggi tutti i nomi

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Sant’Antimo, indagini sul clan Puca. Arrestati cinque carabinieri e altri tre sospesi. Ai domiciliari l’ex presidente del consiglio comunale. Leggi tutti i nomi

Sant’Antimo (NA) – Indagini della DDA sul clan Puca, condotte dal nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno portato stamattina all’arresto di 5 carabinieri e alla sospensione dal lavoro per altri 3; alcuni dei quali in forza alla Tenenza dei Carabinieri di Sant’Antimo ed altri a Castello di Cisterna. Le accuse di corruzione della procura parlano di soldi e regali in cambio di notizie segrete su operazioni fatte a Sant’Antimo, mancate perquisizioni di autisti di boss e di atteggiamenti morbidi su provvedimenti giudiziari. Un pentito avrebbe addirittura svelato un retroscena inquietante. Il clan Puca avrebbe pedinato un maresciallo della stessa tenenza (Giuseppe Membrino) molto attivo nella guerra alla camorra, arrivando a spedirgli un cd con registrati tutti gli incontri con una sua informatrice al fine di intimidirlo. Lo stesso maresciallo qualche anno fa subì anche un attentato dinamitardo alla sua automobile. Nel mirino dell’inchiesta dei PM Loreto e Serio anche l’ex presidente del consiglio comunale Francesco Di Lorenzo per cui sono stati disposti gli arresti domiciliari. Disposti i domiciliari anche per Pasquale Puca ( “o’minorenne” già in carcere per altri reati ).
I carabinieri arrestati per corruzione sono invece Raffaele Martucci, Angelo Pelliccia, Michele Mancuso, Vincenzo Palmesano, Corrado Puzzo;
Sospesi invece per omissioni o abuso in atti di ufficio Carmine Dovere(abuso d’ufficio), il capitano Daniele Perrotta (omissione in atti di ufficio) e Vincenzo Di Marino (rivelazione di segreto d’ufficio ).
Il procuratore Gianni Melillo in conferenza stampa ha ribadito la piena fiducia nell’Arma dei Carabinieri confermata dal fatto che sia stata la stessa ad avere funzioni di polizia giudiziaria nella vicenda.

Giovanna Scarano