Grumo Nevano, Di Bernardo si concede il bis e sguazza nell’incompetenza politica

Grumo Nevano, Di Bernardo si concede il bis e sguazza nell’incompetenza politica

Grumo Nevano (Na) – Secondo consiglio comunale, seconda pagina nera della storia politica di Grumo Nevano regalata ancora una volta dall’amministrazione Di Bernardo. Unico punto all’ordine del giorno l’approvazione dell’ipotesi di bilancio riequilibrato per il triennio 2020-2022. Un passaggio delicato per l’amministrazione quello di ieri sera, che doveva essere superato senza intoppi. E invece cosi non è stato. Il bilancio è stato approvato solo con 9 voti validi di una parte della maggioranza. Marino si è astenuto e Gervasio non si è proprio presentato in consiglio comunale. Un bilancio, è bene ricordarlo per la cui redazione sono stati spesi circa 50 mila euro come dichiarato dall’opposizione e sonoramente bocciato ancora una volta, proprio come nel 2019, dai revisori dei conti. Una caporetto per il sindaco che si ripresenta ancora una volta con una maggioranza spaccata in consiglio comunale. Il dato politico da registrare è inequivocabile. La spaccatura in maggioranza avvenuta all’indomani della mancata elezione a presidente del consiglio di Roberto Marino non si è sanata. Di Bernardo e Marino sono ormai “ai ferri corti”. Lo scontro avutosi in consiglio comunale ne è la prova. Da un lato Marino che pone l’attenzione sullo “squilibrio in seno alla maggioranza” che ancora non è stato risolto e che potrebbe portare ad una frattura non più sanabile e dall’altro, il sindaco che lo accusa di personalismi. La dichiarazione di astensione dal voto sul bilancio da parte di Marino poi è stata una vera e propria “dichiarazione di guerra” che ha fatto letteralmente perdere le staffe al sindaco che non ha saputo replicare ed ha giocato la carta dell’umiliazione politica dell’avversario. ” … Lei è stato votato grazie alla coalizione che io ho messo in piedi e non viceversa” ha gridato Di Bernardo a Marino, dimenticando però i 421 voti che lo stesso gli ha portato in dote.

La frattura in maggioranza tra il sindaco e Marino non sembra essere l’unica. Il consigliere Gervasio non si è proprio presentato al consiglio comunale, ma come dichiarato da Marino stesso, si sarebbe comunque astenuto nella votazione sul bilancio. Tangibile poi l’astio politico verso il presidente del consiglio Chiariello più volte ripreso e da Marino e da Chiacchio, quindi dalla stessa maggioranza, sulla questione della mancata convocazione delle commissioni consiliari e sul non saper tenere “a bada” i consiglieri durante gli interventi. Un altro consigliere di maggioranza, Orefice, ha tentato inutilmente di zittire Marino quando questi durante il suo intervento ha accennato alla questione delle zone F. Insomma ormai stare in maggioranza è una guerriglia peggio del Vietnam. Le imboscate, i tradimenti, le velate minacce politiche sono ormai all’ordine del giorno. Senza contare che il consigliere Chiacchio detta l’agenda politica a tutta la maggioranza. Sindaco compreso.

Di Bernardo in un sussulto d’orgoglio però cerca di intimidire non solo Marino ma anche l’opposizione con un intervento che aveva l’impeto proprio dell’arringa dell’avvocato che sa di perdere la causa. Ha più volte ribadito che i debiti e il dissesto non sono opera sua ma di chi lo ha preceduto, dimenticando che lui in consiglio comunale, sebbene all’opposizione, siede dal 2011 e che a memoria d’uomo non si ricordano suoi plateali interventi di denuncia dello sperpero di denaro pubblico che stava avvenendo sotto i suoi occhi. La sua arringa fa acqua da tutte le parti. Più volte ha ribadito che il dissesto non è opera sua. E questo è vero, a metà però. Il dissesto è anche opera sua perché se nel 2019 avesse avuto la capacità politica di tenere insieme la sua maggioranza, non avremmo avuto un commissario a dichiarare il dissesto.

Anche quando dice che in 3 mesi non si possono risollevare le sorti di una città dice una mezza verità. In 3 mesi non si può ricostruire una città ma non è ammissibile che si abbia una maggioranza spaccata e senza obiettivi politici comuni con il rischio di portare la città verso un nuovo commissariamento. E questo per la seconda volta in due anni appena. Se non è incompetenza politica questa, ci dica Di Bernardo cos’è!

Giovanna Scarano