Il Santo Pene. Privilegi e garanzie degli impuniti

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Il Santo Pene. Privilegi e garanzie degli impuniti

Pozzuoli (NA) – Non si può rimanere indifferenti e voltarsi dall’altra parte quando davanti ai tuoi occhi hai delle foto raccapriccianti. Una persona, un uomo di Chiesa, un uomo di Dio, un Buon Pastore, che solitamente celebra messa, che guida i fedeli in un cammino pastorale e spirituale, che educa i bambini del catechismo, che inginocchiato dinanzi al Santissimo con le mani congiunte “prega”, e poi ritrovarselo in una foto con i pantaloni abbassati mentre si masturba. E’ agghiacciante! E non può la gente far finta di niente, leggere anche in maniera furtiva e non commentare perchè “è un sacerdote”, no non è possibile. Il silenzio uccide, il silenzio è omertoso. Non abituiamoci ad essere sostenitori silenziosi ed inermi di condotte delittuose per l’animo, perchè questo a lungo andare porterà solo ed esclusivamente al proliferare dell’ipocrisia e del falso moralismo. E’ indegno che un SACERDOTE, dia sfogo ai propri istinti sessuali, non può farlo è un PRETE! E’ colui che ha deciso di sposare Cristo e la sua Chiesa, e per questo è legato al voto della castità. Ma è ancora più indegno se un SACERDOTE, dal lambone della propria parrocchia condanna l’omosessualità, dipingendo agli occhi dei fedeli, gay e lesbiche come persone da marchiare a fuoco, istituendo un tribunale dell’inquisizione ed arrogarsi il diritto di condannare chi, da LAICO ha deciso di amare un’altra persona seppur del suo stesso sesso. Ecco questo stesso ed INDEGNO SACERDOTE, pur non avendo un briciolo di DIGNITA’ e MORALITA’ da libero sfogo alla propria sfrenata sessualità frequentando chat per omosessuali. Tutto questo fa rabbia, ma tanta rabbia. Dispiace poi soprattutto, se questo giovane SACERDOTE è riuscito ad ingannare quanti lo hanno creduto, probabilmente con il suo savoir faire. Giovane, intraprendente, aperto ai nuovi modi di evangelizzare. Probabilmente grazie alle canzoni di Laura Pausini, mediante le quali sostiene di spiegare il Vangelo, è riuscito a diffondere capillarmente la Parola di Dio; ma tutto questo è vano se poi dopo si dedica a pratiche sessuali non conciliabili con l’abito talare che indossa. Infondo non si possono servire due padroni! Se un sacerdote, ad un certo punto si rende conto di non poter più ottemperare al voto di castità, ha l’obbligo di svestire gli abiti talari di ridursi ad una condizione laicale e solo allora può dare sfogo alle proprie fantasie sessuali. Da SACERDOTE no! Un VESCOVO, non può e non deve  giustificare un tale comportamento trattando il SACERDOTE come la pecorella smarrita da recuperare, che dopo un periodo di riflessione gli è concesso di celebrare messa, consacrare e nutrirsi del CORPO DI CRISTO. Ai divorziati questo non è concesso, non possono fare la comunione. Isterismi della Chiesa, masturbazioni mentali che fanno si che chi commette questi abomini resti sempre impunito. Una casta, composta da quanti facendosi scudo l’uno con l’altro; fingeranno sempre di essere buoni sacerdoti perchè tanto “Il Signore sa quanto lo amano”. Spero vivamente che a questo uomo di chiesa, sia rimasta un briciolo di dignità, e che decida di smettere di giocare a fare il prete, e viva la sua vita per quello che è.

Giovanna Scarano

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