Napoli – L’improvviso e duraturo periodo di lockdown dovuto alla pandemia da Covid19 ha generato un disagio socio economico i cui effetti si sono visti sin da subito e si vedranno per i prossimi mesi. Cittadini, lavoratori autonomi, piccole e medie imprese, hanno subito lo tsunami di una crisi economica che come primo effetto immediato ha portato tutti ad un indebitamento progressivo in attesa che le istituzioni potessero in qualche modo intervenire con aiuti concreti. Il contesto di povertà che si è creato non è sfuggito alle organizzazioni criminali che “prive dell’italica burocrazia si è subito organizzata in soccorso della popolazione“.
Proprio su questo tema è di questi giorni l’intervista, nel corso della trasmissione ‘Sono le Venti’ di Peter Gomez andata in onda su canale Nove, ad un parroco di frontiera di Napoli che ha raccontato come la camorra guadagna con il Covid. “La gente si sta indebitando per comprare da mangiare – racconta il prete – Gli strozzini stanno facendo affari. La gente è disperata – vivono tutti lavorando in nero – si sono fatti dare 50 euro, 100 euro. Se non li restituisci dovrai pagare solo i 20 euro e cosi non ti liberi mai – svela il parroco – Se tu denunci, te ne devi andare scappare. Nel momento in cui denunci devi sparire perché ti fanno fuori. Qua è un mondo chiuso, attenzione. La camorra è un sistema, è uno Stato nello Stato“. Nel corso della stessa trasmissione è intervenuto anche il senatore Sandro Ruotolo che si è proposto come garante della denuncia. “Dico a questo sacerdote se non se la sente di andare a denunciare, io gli propongo di contattarmi gli garantirò l’anonimato. Se sente questa mia intervista gli dico: mi faccio garante della sua denuncia e andrò direttamente dalla magistratura a denunciare questi strozzini” Queste le parole dunque di Ruotolo che nei giorni scorsi, insieme ai colleghi De Petris, Valente e Nugnes ha già depositato una interrogazione ( che pubblichiamo a margine) molto circostanziata sul “rischio di una ripresa dell’usura e del racket in particolar modo in alcune zone a Nord di Napoli quali Arzano, Caivano, Parco Verde”
Giovanna Scarano
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
RUOTOLO, DE PETRIS, VALENTE, NUGNES – Al Ministro dell’Interno, per
sapere – premesso che:
a quanto risulta agli interroganti, a seguito dell’aggravarsi del crescente disagio economico-sociale dovuto dal perdurare dell’emergenza virus Covid-19 emergono con forza bisogni di sopravvivenza che solo in parte le reti solidali, la chiesa, il volontariato, gli enti locali e il governo riescono a tamponare, generando un contesto di allarmante povertà che non è sfuggita all’attenzione delle radicate realtà criminali del nostro Paese;
il Procuratore nazionale antimafia, dottor De Raho, in data 1° aprile 2020, ha osservato che «Ovunque ci sia un disagio sociale ed una difficoltà pensano di inserirsi mafia, camorra e “ndrangheta” ». In particolare, il procuratore allerta lo Stato circa l’incremento dei traffici illeciti di cui più rilevante è quello della droga, movimenti che sfrutterebbero i minor controlli di polizia, concentrati sull’emergenza Covid-19;
informazioni e notizie provenienti dai territori hanno spinto il Ministro interrogato ad emanare ai Prefetti della Repubblica la direttiva numero 15350/117/1 del 10 aprile 2020 con oggetto: “Emergenza Covid-19. Monitoraggio del disagio sociale ed economico e attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni criminosi e di ogni forma di illegalità”;
da diversi resoconti di organi di stampa emergono notizie di come le organizzazioni criminali e in particolare camorra e mafia stiano sfruttando la situazione di enorme difficoltà economica, soprattutto legata alla mancanza di liquidità, delle famiglie e di quei piccoli imprenditori che sono stati costretti a sospendere le proprie attività, affiancandoli attuando una precisa strategia di ‘mutuo soccorso’;
in particolare tale situazione si fa molto pericolosa in alcuni quartieri di Napoli e in ampie zone dei comuni dell’hinterland, caratterizzate dalla presenza capillare di clan, gruppi criminali e ‘note’ famiglie, che, approfittando del momento difficile, tentano di riconquistare il consenso sociale da parte della popolazione mettendo in campo un propagandistico welfare criminale di prossimità;
in base a quanto risulta agli interroganti, si segnala il proliferare – in alcune realtà della provincia di Napoli come Arzano, Caivano, Parco Verde – di sigle di neo associazioni, gruppi e comitati che con il paravento – in questo caso – di finto volontariato provvedono a far giungere presso abitazioni di povera gente, esposta al forte disagio socio-economico, spese, derrate alimentari, beni di prima necessità e in occasione della Pasqua anche uova di cioccolato e colombe;
l’azione solidale criminale prosegue anche con l’abbassamento e in molti casi con la sospensione dei tassi sui prestiti usurai, erogazione di nuovi prestiti, lo stop della riscossione delle rate del racket e di tutte le simili imposizioni criminali;
è ampiamente prefigurabile che la crisi socio-economica post Covid-19 determinerà forti rischi di infiltrazione e rafforzamento dei clan e delle organizzazioni criminali anche più informali nel tessuto sociale e produttivo a seguito soprattutto di una percezione collettiva diversa del fenomeno criminale. Accettare il ‘mutuo soccorso benevolo’ criminale e – per quanto riguarda le attività produttive – l’afflusso di denaro provento di riciclaggio con l’entrata di nuovi soci nelle compagini societarie e ditte significa in concreto consegnare un pezzo dell’economia nazionale ancora maggiore nelle mani delle mafie;
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, per quanto di sua competenza, al fine di prevenire e contrastare le subdole attività capillari messe in campo dalle organizzazioni criminali di prossimità nei territori a maggiore disagio di Napoli, del suo hinterland e in generale nel Mezzogiorno d’Italia, intenda assumere iniziative urgenti come:
- Il pieno funzionamento dell’organismo interforze permanente di monitoraggio e analisi sul rischio di infiltrazioni nell’economia da parte della criminalità organizzata, garantendo l’inserimento in esso delle migliori specializzazioni delle forze di Polizia che lo compongono;
- Il riconoscimento della necessità della massima speditezza nella realizzazione degli aiuti all’economia – unica condizione perché essa sia efficace – garantendo che le troppo complesse procedure attualmente vigenti siano sostituite da una semplificazione costituita da completa autocertificazione; tracciabilità e trasparenza sull’utilizzazione dei contributi; capillare monitoraggio attraverso l’organismo sopra ricordato e le altre specializzazioni delle forze di Polizia;
- La centralizzazione, presso il sistema informativo denominato “Sistemi evoluti per il monitoraggio e l’aggressione dei patrimoni illeciti”, dotato di un finanziamento PON di 14 mlni e 600mila € – ricordato nella Sua risposta all’interrogazione parlamentare dell’on. Baldini dell’8 aprile u.s. – delle informazioni in questo momento non fra loro comunicanti di altre plurime e potenti base dati come: l’archivio SIDDA-SIDNA (parte open data) della DNA, l’elaboratore ‘molecola’ della GdF, archivi INPS e INAIL; in modo da consentire quell’incrocio di tutti i dati disponibili, da sempre invocato e mai ancora attuato in Italia.